GALATINA – Il territorio
Il comune di Galatina in provincia di Lecce (Salento-Puglia) si estende per 82,00 km² circa ed è posta sul versante orientale di una leggera altura. Il centro è a 78 metri s.l.m, degrada fino a 39 metri verso Soleto s.l.m. e raggiunge gli 84 metri s.l.m. in direzione Galatone. Le frazioni di Galatina sono Collemeto, Noha e S. Barbara e confina a nord con i comuni di Copertino e Lequile, a est con i comuni di Soleto e Corigliano d’Otranto, a sud con i comuni di Sogliano Cavour, Cutrofiano, Aradeo e Seclì, a ovest i comuni di Galatone e Nardò.
Territorio
- Sindaco: Fabio Vergine
- Num. Abitanti: 25.660 (2023)
- Nome abitanti: Galatinesi
- Altitudine: 75
- Superficie: 82.65
- Frazioni: Collemeto, Noha, Santa Barbara
- Comuni Confinanti: Aradeo, Copertino, Corigliano d’Otranto, Cutrofiano, Galatone, Lequile, Nardò, Seclì, Sogliano Cavour, Soleto
- Zona sismica: 4
- Zona Climatica: C
- Regione: Puglia
- Provincia: Lecce
- Patrono: San Pietro e Paolo
Origine del nome
All’origine del nome starebbe il termine “Galathena”, dall’etimo greco gala-gàlactos cioè latte, con riferimento alla zona feconda, fertile e produttiva di pascoli e di latticini. Secondo alcuni studiosi “Galatina” deriva dal nome greco Galatos, mentre per altri, che ritengono che le origini del paese siano da attribuire ai Tessali, il toponimo è legato al nome di Galatena, la città di provenienza di quel popolo. Altri ancora sostengono che discenda invece da Galata, figlia di Teseo. Probabilmente, la più sicura scientifica interpretazione è quella data da Gerhard Rohlfs, secondo il quale il termine deriverebbe da una famiglia di nome Galati, di cui, attraverso il suffisso greco-inos, si avrebbe Galatini: sicchè, i cittadini di Galatina non dovrebbero chiamarsi Galatinesi ma Galatini.
PRODUZIONE
Galatina è caratterizzata da un clima temperato con inverni miti ed estati calde e umide, oltre che da una terra rossa ricca di sostanze nutritive. Questo la rende una zona adatta ai pascoli e alla produzione di prodotti caseari, viti, olive, tabacco, grano, vari tipi di prodotti ortofrutticoli, tra cui la patata D.O.P. Sieglinde destinata all’esportazione, meloni e angurie.
LE FRAZIONI
NOHA
Noha potrebbe aver ereditato il nome dall’antica famiglia feudataria dei De Noha da Lecce, presente nel territorio già dal 1253.
Anticamente, la città compare con il nome di Noia, che farebbe ipotizzare una possibile derivazione dal termine medievale novia (terreni palustri) o potrebbe derivare anche dalla parola greca noe, cioè “vedere”, ipotizzando che stesse a indicare la posizione di osservazione favorevole della città, più elevata rispetto al territorio circostante.
Il ritrovamento di tombe e reperti del periodo messapico fa ipotizzare che il centro sia sorto tra il 400 e il 200 a.C..
L’antico villaggio messapico era collocato nella zona tra l’attuale masseria Colabaldi, la cappella di Sant’Antonio e località Ghianda.
DA VEDERE
Chiesa di San Michele ricostruita nel 1901 su una struttura precedente del XV secolo che conserva gli altari barocchi e le tele devozionali dell’antica chiesa. Palazzo Baronale risalente al XIV secolo. Fu edificato dalla famiglia baronale dei De Noha, i quali lo abitarono fino al XVIII secolo. Dell’antica struttura rimane ben poco, perché nell’ottocento l’edifìcio fu trasformato in masseria. Masseria Colabaldi edificata nel 1595 inglobando quanto rimaneva della chiesa e del convento di San Teodoro, distrutti dai turchi nel 1480. Torre Medievale dotata di ponte levatoio che si trova nel giardino retrostante al castello baronale, alta 10 metri. Torre dell’orologio che risale al 1861. Reca lo stemma della città di Noha prima che diventasse frazione di Galatina, all’indomani dell’Unità d’Italia. Frantoio Ipogeo del 1771, è di proprietà privata. Trozza, antico pozzo risalente al 1878. Casiceddhe Piccole, case realizzate sulla terrazza del palazzo baronale e ben visibili dalla strada, opera del mastro-muratore Cosimo Mariano (1882-1924). I nohani stanno cercando di preservale inserendole tra i “Luoghi del cuore” del Fai.
COLLEMETO
Il nome della frazione è di derivazione latina, dal verbo cumulare. Forse il riferimento è alla zona su cui sorge il paese, rialzata rispetto al territorio circostante. Si sarebbe chiamato prima Calamitum, poi Tollemeto, fino ad arrivare alla forma Colomitu o Columitu o Culumitu.
L’abitato ha origini bizantine, come centro ecclesiastico, grazie alla costruzione di un’abbazia di monaci benedettini, intorno al VII secolo, divenuta poi dimora dei monaci basiliani. I primi nuclei abitativi
sono rappresentati da masserie costruite dai contadini che vivevano a stretto contatto con i monaci (masserie Mongiò, Favaie, Monache, Balsamo e Camara), collocate sull’antica via che collegava Copertino a Galatina, passando anche per i casali di Mollone e Santa Barbara. Si ritiene che qui, in tempi remoti, si rifugiassero gli eremiti. Molte testimonianze raccontano della presenza di una caverna presso la masseria Quattro Palme, cui interno vi era un altare consacrato alla Madonna di Costantinopoli, protettrice delle famiglie di Collemeto.
DA VEDERE
Chiesa della Madonna di Costantinopoli eretta nella prima metà del 1900 su una preesistente costruzione, è stata consacrata nel 1949. Masseria la Càmara detta anche Camàra. Nel 1960, dietro un muro, vennero alla luce affreschi bizantini, del XII secolo, dell’antica abbazia trasformata poi in masseria.
SANTA BARBARA
La frazione si è sviluppata soprattutto nel secolo scorso, intorno all’omonima masseria del XVI secolo. Nei documenti medievali la località aveva il nome di “Santa Barbara de paludibus”, per la presenza di una palude ora bonificata, ma un tempo utilizzata per la macerazione del lino. All’ingresso del borgo è possibile vedere la grande cava di pietra leccese, che, per secoli, è stato bacino di approvvigionamento per i paesi limitrofi.