GALATINA – STORIA – Dal XIX al XX secolo
Contribuirono alla diffusione della cultura, nell’Ottocento, alcuni istituti religiosi come i tre conventi di monaci, gli olivetani benedettini (gestori dell’ospedale detti “bianchini” per via dell’abito bianco), i cappuccini ed i padri delle Scuole Pie (scolopi).
Per le ragazze c’era l’educandato civile, le scuole normali, l’orfanotrofio e infine l’educandato presso il monastero di Santa Chiara. Verso la fine dell’Ottocento vi era a Galatina un conservatorio e un convitto dal quale uscirono i cittadini più illustri. Il convitto, la cui sede fu l’ex-convento delle Grazie, fu fondato nel 1854 dai Padri Scolopi con una duplice funzione, quella di convitto per studenti interni e quella di scuola per gli esterni.
Oltre alle scuole superiori Galatina deve la sua crescita demografica ed economica alla presenza di un grande ed efficiente ospedale. Il primo fu fatto costruire da Raimondello Orsini vicino alla chiesa di Santa Caterina (attualmente sede del Municipio), gestito dai frati francescani. Dopo la sua morte, fu ampliato e potenziato dalla moglie e regina Maria d’Enghien così da diventare punto di riferimento per tutto il Salento. Nel 1499, l’amministrazione passò ai padri Olivetani, chiamati dagli Aragonesi che avevano sostituito gli Orsini. Nel 1848 fu istituito in via P. Siciliani l’ospedale civile che prese prima il nome di ospedale del Carmine in quanto la sede era quella dell’antico convento dei Carmelitani e poi chiamato nel 1925 “Antonio Vallone”.
Anche a Galatina vi furono molti carbonari a partire dal 1799 che si intensificarono dopo il 1815 con il ritorno dei Borboni a Napoli. La “vendita” chiamata “Novelli Bruti” è documentata da un diploma di affiliazione del 30 luglio 1820 rinvenuto tra le carte del barone di Corigliano d’Otranto, Giacomo Comi. Le riunioni periodiche dei carbonari galatinesi avvenivano in qualche casolare dell’agro. Una sede rimasta memorabile è quella della «Torre», nella masseria omonima, in agro di Soleto, sulla via per Corigliano d’Otranto.
Il 13 dicembre 1884 venne inaugurata la stazione ferroviaria sulla linea Lecce-Gallipoli e nel 1887 il nuovo cimitero.
Il 19 aprile 1903, in seguito ad una rivolta dei contadini, i carabinieri intervenuti per sedare la sommossa sparano sui rivoltosi lasciando sul suolo 2 morti e 30 feriti. I caduti sono Angelo Gorgone e Lisi Oronzo detto “Penna”. Questa è da ritenere la prima rivolta contro i latifondisti dell’epoca.
Il 21 aprile del 1921 alle ore 20, a Galatina, fu inaugurata la prima centrale elettrica galatinese realizzata grazie all’impegno del deputato e ingegnere galatinese Antonio Vallone, di Pietro Stefanelli e di Pantaleo Duma, progettista dell’impianto.
Il 29 marzo 1930 viene inaugurato il maestoso Teatro Tartaro con la rappresentazione di un’opera lirica. Diventerà poi cinema e verrà chiuso nel 1984 per riaprire a nuova vita il 13 ottobre 2007, come Galleria Commerciale con all’interno sala cinematografica.
Il 6 febbraio del 1947 venne inaugurata la sala da ballo del Cavallino Bianco (che all’epoca era una cantina) mentre il teatro fu inaugurato il 3 febbraio del 1949 con il Rigoletto. Chiuso nel 2001, è stato acquistato dall’Amministrazione comunale e riaperto nel 2008 dopo la bonifica dall’eternit ed il suo ripristino a fini culturali. I lavori per la sua ristrutturazione sono iniziati nel maggio 2014.
Nel 1949 l’idea di una mostra mercato rilancia lo sviluppo economico della città e dal 1984 La Fiera nazionale di Galatina ha una sua area espositiva permanente.
Nel territorio di Galatina è ubicata dal novembre 1957 anche la scuola di volo basico per i piloti dell’Aeronautica Militare presso l’aeroporto di Galatina “Fortunato Cesari”. L’aeroporto di Galatina è un aeroporto militare situato a 10 km dalla città di Galatina; è aperto solo al traffico militare ed ospita il 61º Stormo e il 10º Reparto manutenzione velivoli dell’ Aeronautica Militare.
Nel 1966 nacque l’ospedale Santa Caterina Novella (fu chiamato così per ricordare l’antico ospedale del XIV secolo). La sua struttura imponente, che domina la collina dell’antico rione San Sebastiano ha oggi triplicato la sua superficie iniziale di circa 3000 metri quadrati.